giovedì 14 agosto 2008

Salsa di soia

Ultimamente mi è capitato spesso di trovare ricette che richiedono l'uso della salsa di soia e così mi sono decisa a comprarne una confezione.
Questo tipo di salsa è molto usata in tutta la cucina orientale, soprattutto cinese e giapponese, e serve ad insaporire i piatti sia a freddo sia a caldo, una specie di sostituto di dado e sale.
Fondamentalmente la ricetta di base è uguale per tutti i paesi: fagioli di soia e eventualmente cereali, sono messi a fermentare con un lievito particolare (Aspergillus Oryzae) fino a produrre un liquido marrone, più o meno vischioso.
Ci sono tipi diversi di salsa, anche molto differenti tra loro: da quelle liquide e delicate a quelle sciroppose e molto saporite.
Fattore comune a tutte è il sale. Tutte, infatti, sono molto salate e quindi non sono adatte a chi segue una dieta iposodica. Ne basta molto poca.
Inoltre è sconsigliata anche chi è intollerante al glutine, perché spesso assieme alla soia si usa il grano, specialmente nelle salse giapponesi.
Detto questo, la scelta è molto ampia. Oramai la si trova a anche al supermercato.
Da qui la domanda, come orientarsi?
Avevo letto da qualche parte che spesso nelle salse di soia industriali invece della fermentazione, si preferisce un procedimento più veloce e a buon mercato, l'idrolizzazione delle proteine della soia, che però produce dei complessi chimici che pare possano essere pericolosi.
Allora ho seguito la solita buona regola dell'etichetta degli ingredienti: meno possibili e tutti riconoscibili.
Per cui alla fine ho presa una confezione piccola (so che mi durerà un sacco di tempo ;) ) di shoyu della Lima.
Adesso devo provarla e vi racconterò i risultati che ho ottenuto!

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